MDPAC vs Mindfulness, EMDR e Training Autogeno Bionomico: uno per tutti e tutti per uno!

Il Metodo del Disegno Psicoemotivo per l'Analisi e la Consapevolezza può essere applicato in concomitanza con altri strumenti tra cui la Mindfulness e le tecniche di rilassamento oppure prima della terapia EMDR o del Training Autogeno Bionomico.
Tutti questi approcci superano quella dicotomia tra mente e corpo tipica del mondo occidentale assumendo una visione integrata della persona. Qui di seguito farò una breve panoramica delle diverse metodologie sopra menzionate, affinché possiate cogliere eventuali analogie e differenze.

MDPAC
L'MDPAC è un percorso caratterizzato dall'assunzione del vertice emotivo come binocolo osservativo con cui esplorare le varie aree che fanno parte della vita di un individuo: le cognizioni, gli istinti, la corporeità, il comportamento, l’inconscio, la storia famigliare e personale, il senso del tempo (passato, presente e futuro), dello spazio (autonomia ed eteronomia) e delle relazioni (integrazione e individuazione). Nell'ottica MDPAC l'emozione interviene per segnalare la tendenza dell'individuo a dare importanza in modo rigido e ipergiudicante alla propria sfera cognitiva a discapito di tutte le altre sfere tentando di PROTEGGERCI dai pensieri negativi che abbiamo circa noi stessi: non sono capace, sono debole, non sono importante, non posso gestirlo, non posso sopportarlo, io sono impotente, io non ho il controllo, io non sono una brava persona, io non mi merito, etc.
Questa rappresenta una differenza sostanziale dagli approcci che operano un distinzione tra emozioni positive ed emozioni negative considerando quest'ultime come un ostacolo o qualcosa da gestire.
Il protocollo MDPAC prevede quattro fasi: 1. 5 caratteristiche/disegno albero genealogico; 2. Lavorare con il disegno e la scrittura su una sequenza di 12 emozioni lungo il continuum temporale "passato-presente-futuro": il numero 12 ha un significato sia simbolico che antropologico; 3. 5 caratteristiche e albero genealogico retest; 4. Procedere con il “taglio del cordone fotografico”*.
Il terapeuta garantendo un ambiente "PRE-DIS-PONENTE" assume il ruolo del Virgilio che accompagna creativamente il Dante personaggio a riappropriarsi del Dante autore e divenire guida di se stesso. La storia del paziente e quella del terapeuta si incontrano generando un nuovo percorso: in tal senso è possibile affermare che la somma di uno più uno è uguale a tre.
"Someone prefers to focus on positive thinking to counteract the negative, but algebra teaches us that by multiplying two numbers of opposite sign we always get a negative product, whereas emotions are like a mirror so that if the thought is positive, they reflect positivity. if it is negative (less for less it is more) they can transform the attitude of the person in a positive way" (Antonio Cisternino in the interview on Radio Cusano Campus).

Nella Mindfulness si parla di accettazione senza giudizio dell'emozione, ma anche parlare di accettazione sottintende la possibilità di attribuire una valenza positiva e/o negativa all'emozione.

Nel percorso MDPAC l'emozione si giudica, attribuendole una valenza esclusivamente PROTETTIVA rispetto sia alla negatività della sfera cognitiva che della parte istintiva e pulsionale. L'emozione è profondamente schierata a nostro favore e rappresenta il regolatore di tutte le altre sfere che caratterizzano il SISTEMA INDIVIDUO.


Mindfulness
Con mindfulness si intende un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione volta a portare l'attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente.
La Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione al "qui ed ora" in modo intenzionale e non giudicante, al fine di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore e raggiungere un'accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza che comprende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni.
Migliorare questa modalità di prestare attenzione permette di cogliere, con maggiore prontezza, il sorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malessere emotivo. La padronanza dei propri contenuti mentali e degli stili abituali di pensiero (capacità di automonitoraggio e metacognizione) permette maggiori possibilità di esplorazione, espressione e cambiamento di tali contenuti.
Tratto da: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Mindfulness
Nella Mindfulness non sono le emozioni a essere divise tra positive e negative, bensì il significato che ciascuno di noi dà ad esse, pertanto l'attribuzione di un valore positivo o negativo determina l'assunzione di un vertice cognitivo, ovvero dare alle emozioni un senso positivo o negativo dipende da un'educazione emotiva culturalmente  diffusa in cui il pensiero impera su tutte le altre parti dell'individuo.
Nell'MDPAC le emozioni hanno una funzione adattiva, come nella Mindfulness, ma il significato che si attribuisce loro è esclusivamente protettivo poiché rinforzano il pensiero positivo e trasformano il pensiero negativo: questo percorso è rieducativo affinché si possa abbandonare il predominio del pensiero e ci si possa valorizzare grazie alle emozioni che svolgono una funzione di legame tra tutte le altre parti del "sistema persona".
EMDR
L'EMDR è una psicoterapia basata sul modello Adaptive Information Processing (AIP), secondo cui la gran parte della psicopatologia è dovuta alla codifica disadattativa e/o all'elaborazione incompleta di esperienze di vita particolarmente stressanti oppure traumatiche. Le informazioni sono codificate e disadattate in modo disfunzionale all'interno dei sistemi emotivo, cognitivo, somatosensoriale e temporale. I ricordi diventano così suscettibili al richiamo disfunzionale rispetto al tempo, al luogo e al contesto e possono essere sperimentati in forma frammentata. Di conseguenza, nuove informazioni, esperienze positive e affetti non sono in grado di connettersi funzionalmente con la memoria inquietante. Questa menomazione nel collegamento e la risultante inadeguata integrazione contribuiscono alla continuazione dei sintomi.
La terapia EMDR consente la ripresa della normale elaborazione e integrazione delle informazioni. In particolare, l'EMDR affronta le problematiche che riguardano il passato, il presente e il futuro producendo un alleviamento della presentazione dei sintomi attraverso la riduzione o l'eliminazione dell'angoscia dalla memoria, una migliore visione di sé, un sollievo dai disturbi fisici e la risoluzione dei fattori scatenanti presenti e futuri previsti.
L'EMDR consente la stabilizzazione del cliente prima, durante e dopo il ritrattamento di memorie angoscianti e traumatiche. Questo tipo di psicoterapia facilita la capacità innata del la persona di guarire, pertanto durante la seduta l'intervento del terapeuta è ridotto al minimo necessario per la continuità del ritrattamento delle informazioni.
Tradotto da: https://emdr-europe.org/about/what-is-emdr/

Training Autogeno Bionomico
Se inserite in qualsiasi motore di ricerca, tra cui youtube”, le parole "Training Autogeno" troverete una serie di audio/video ‘fuorvianti’ che in realtà rappresentano nel migliore dei casi delle forme di eteroinduzione al rilassamento, altrimenti un’applicazione ‘selvaggia’ della tecnica con formule errate del tipo “il mio braccio destro è pesante” che alterano la cornice teorica bionomica all’interno della quale il T.A. si pone come strumento di conoscenza e/o scoperta del proprio piano di vita.
Autogeno vuol dire “che si genera da sé” pertanto nessuno guida colui che vuole praticare il training, nemmeno il terapeuta che spiega la tecnica (training autogeno somatico e training autogeno superiore) al paziente ed esce dalla stanza applicando il principio della “non interferenza”.
Nel training autogeno il rilassamento non è l’obiettivo della pratica, semmai una conseguenza. Come evidenzia Ferdinando Brancaleone: ”Troppo sovente i principi teorici e le applicazioni pratiche della terapia bionomico-autogena elaborata da J. H. Schultz (e dai suoi allievi e collaboratori) sono stati divulgati in maniera “superficiale” e scarsamente rispondente ai fondamenti teorico-clinici ed alla metodologia originaria del fondatore”.
Tuttavia l'esperienza autogena può essere utilizzata anche come tecnica di "coprimento" con funzioni di stabilizzazione della persona: in questo caso il terapeuta effettua esclusivamente interventi di normalizzazione e non "analitici".
Per approfondimenti: http://www.icsat.it/

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