How not to deal with panic attacks in the MDPAC path/Come non affrontare gli attacchi di panico nel percorso MDPAC

Generally we all wonder how to deal with or defeat a panic attack, while no one asks what help can we offer (The English translation continues at the bottom of the post).
In genere tutti noi ci chiediamo come fronteggiare o sconfiggere un attacco di panico, mentre nessuno si chiede quale aiuto ci può offrire. 

Premetto che in questo breve post non mi soffermerò sulla descrizione della sintomatologia caratterizzante questo disturbo, dato l'ampio numero di siti nei quali è descritto in modo dettagliato. Quando si soffre di attacchi di panico, ciò che la persona percepisce come il nemico da combattere sta tentando di comunicarci che c'è bisogno di un cambiamento nella nostra vita: questo rappresenta il primo aiuto!!! 

Nell'ottica MDPAC il panico (la paura, l'ansia, la preoccupazione, il terrore) interviene per segnalare la tendenza dell'individuo a dare importanza in modo rigido e ipergiudicante alla propria sfera cognitiva a discapito di quella emotiva e nello specifico a rimuginare su tutta una serie di pensieri negativi circa se stessi: non sono capace, sono debole, non sono importante, non posso gestirlo, non posso sopportarlo, io sono impotente, io non ho il controllo, io non sono una brava persona, io non mi merito, etc. 




Il panico esplode per contrastare tutti questi costrutti "NON PROCREATIVI" offrendoci la possibilità di dedicare maggior tempo e attenzione alle emozioni, agli istinti e alla corporeità, anziché unicamente al campo delle "ragioni". Provate a pensare quante volte durante la giornata usate l'espressione IO DEVO, al posto dell'IO POSSO in una sorta di "MUSTurbation mentale": sicuramente alcune cose DEVONO esser fatte, ma POSSO DECIDERE come farle, anziché subirle.

Il percorso MDPAC si focalizza sulla valenza protettiva delle emozioni, che diviene il vertice osservativo con cui esplorare le varie aree che fanno parte della vita di un individuo: le cognizioni, gli istinti, la corporeità, il comportamento, l’inconscio, la storia famigliare e personale, il senso del tempo (passato, presente  e futuro), dello spazio (autonomia e eteronomi) e la sfera relazionale (integrazione individuazione). Grazie alle emozioni possiamo riuscire a trasformare le nostre fragilità in delle risorse esattamente come si fa nell’arte del kintsugi giapponese in cui si riparano con l’oro gli oggetti di ceramica rotti.

In conclusione, se impariamo ad ASCOLTARE il PANICO non abbiamo più bisogno del suo AIUTO e l'ATTACCO SMETTE DI URLARE.








For the English translation continue...



Given that in this short post I will not dwell on the description of the symptomatology characterizing this disorder, given the large number of sites in which it is described in detail, when one suffers from panic attacks what the person perceives as the enemy to be fought is trying to tell us that we need a change in our lives: this is the first help !!!

In the MDPAC perspective the panic intervenes to signal the tendency of the individual to give importance in a rigid and hyper juggling way to his own cognitive sphere to the detriment of the emotional one and specifically to mull over a whole series of negative thoughts about themselves: I am not able , I'm weak, I'm not important, I can't handle it, I can't stand it, I'm powerless, I have no control, I'm not a good person, I don't deserve it, etc.

The panic explodes to counter all these "NON-PROCREATIVE" constructs by offering us the possibility of dedicating more time and attention to emotions, instincts and corporeality, rather than solely to the field of "reasons". Try to think how many times during the day you use the expression IO DEVO, instead of the I CAN, in a sort of "mental MUSTurbation": of course some things MUST be done, but I CAN DECIDE how to do them, rather than suffer them.

The MDPAC path focuses on the protective value of emotions, which becomes the observational vertex with which to explore the various areas that are part of an individual's life: cognitions, instincts, corporeality, behavior, the unconscious, family history and personal, the sense of time and space. Thanks to the emotions we can succeed in transforming our frailties into resources exactly as we do in the art of Japanese kintsugi in which broken ceramic objects are repaired with gold.

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